Il lavoro della vita

Qualche giorno fa un collega mi ha chiesto quale fosse il lavoro che sognavo di fare quando ero piccolo.

“il Guardiaparco, al Parco Nazionale del Gran Paradiso”.

Avevo le idee chiare, da bambino. Avevo letto tutto su quel ruolo. Adoravo -e adoro- la montagna, pianificavo le gite con cura, utilizzando gli strumenti del mestiere: un vecchio binocolo, il coltellino svizzero, scarponi ingrassati per renderli impermeabili, zaino e kway. Ero già un piccolo guardiaparco.

Avevo 9 anni.

Poi la scuola, gli interessi e le prime esperienze di lavoro mi hanno portato lontano da quella idea, da quella intuizione, da quel sogno di un lavoro per la vita.

Una volta il lavoro era veramente il lavoro della vita: eri ciò che facevi, e venivi ricordato per il ruolo che avevi ricoperto durante gli anni “di attività”. Ed il segno che le cose sono mutate lo riporta bene questo articolo del Time, nel quale emerge come dieci anni fa le professioni oggi più ricercate non esistevano neanche.

Quale è quindi la rotta giusta da seguire oggi, professionalmente parlando? 

Ho poche certezze.

Penso che imparare a fare cose differenti dal proprio mestiere, oltre che stimolare l’intelletto, sia una grande assicurazione per il futuro lavorativo.

Si potrebbe partire dalle proprie passioni, vero e proprio bacino di nuove competenze, hard e soft skill.

Si potrebbe iniziare ad ascoltare quella vocina che da tempo suona flebile nella mente, zittita dal buon senso e dalla sicurezza, nemici giurati del vero successo.

Si potrebbe iniziare ad osservare i bambini per capire come fare a… divertirsi sul lavoro.

Si potrebbe prendere un giorno di ferie, regalare – letteralmente- il proprio lavoro per capire che valore ha davvero per noi.

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La potenza ironica della comunicazione in 140 caratteri

Autostrada

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Come scrivere il profilo Linkedin quando sei disoccupato

Prendendo spunto da alcuni contributi e suggerimenti che ho collezionato lavorando e vivendo in Linkedin, vorrei dare qualche consiglio specifico a chi vuole sfruttare il proprio profilo professionale per cercare attivamente una occupazione. Queste non sono linee guida ufficiali Linkedin ma un mio semplice pensiero personale su questo tema.

La parola chiave è un concetto chiave

Inserisci correttamente le parole chiave che ti riguardano nella descrizione delle esperienze di lavoro. Fai una ricerca all’interno dell’area skill per verificare come le tue competenze vengono codificate ed aggiungine di affini, qualora ce ne siano. Visto che non paghiamo l’inchiostro su Internet, evita assolutamente le abbreviazioni.

Sfrutta la Headline

Questo è probabilmente il campo più importante e più indicizzato del tuo profilo Linkedin. Se ora non hai una occupazione, questo non vuol dire che tu non abbia competenze e skill da evidenziare. Lo spazio all’interno di questa area non è infinito, quindi è bene inserire le giuste parole chiave ed il giusto messaggio. Scrivere “attualmente alla ricerca di una nuova opportunità di carriera” non è esattamente ciò che un recruiter cerca quando naviga su Linkedin.

Il sommario deve incuriosire

Metti in evidenza i tuoi punti di forza, usa un linguaggio secco e diretto, inserisci numeri. Occorre dare evidenza dei tuoi risultati, qualitativi e quantitativi. Assicurati che ciò che scrivi sia verificabile e sollecita la curiosità dei tuoi interlocutori raccontando loro una -breve- storia. Se vuoi, prova a chiedere a qualche amico, ex collega o conoscente, di scrivere il TUO summary: il risultato potrebbe piacevolmente stupirti e darti spunti interessanti.

E sulla attuale occupazione, che cosa scrivo?

Linkedin non ha una esplicita opzione per chi non ricopre una posizione lavorativa. Visto che l’obiettivo è quello di essere trovati, è possibile inserire una nuova posizione di lavoro che riporti l’attuale fase di transizione (“Sales Manager aperto a seguire il territorio italiano e spagnolo”; “Ingegnere informatico in fase di training su piattaforma Ruby on Rails”…).

In conclusione

La possibilità di trarre il massimo dalla piattaforma per chi sta cercando di ricollocarsi è data anche da un poco di disciplina:

  • usa Linkedin 9 minuti al giorno per connetterti con qualcuno che ritieni possa essere interessato alle tue competenze
  • evita di lasciare la frase standard quando richiedi una nuova connessione e contestualizza il motivo che spinge la tua richiesta.
  • cambia spesso la tua fotografia (professionale, per carità!) per aumentare il numero di visite al profilo (è un trucco che riesce sempre).
  • vai a visitare profili interessanti per prendere spunti, e per essere tracciato nell’elenco delle “persone che hanno visto il tuo profilo oggi”.
  • inserisci le attività di volontariato ed eventuali awards o risultati sportivi: aver fatto una maratona fa di te una persona certamente orientata all’obiettivo e con una volontà di ferro.

Luck is truly where preparation meets opportunity” Randy Pausch

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Ogni uomo è un’isola? No, una grande impresa.

The Startup of You

Gran bel libro.

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Ho avuto anche occasione di incontrare Ben al Meet The Media Guru del 2012 e sentire la sua presentazione è stato veramente interessante.

Il mondo del lavoro cambia velocemente. Piano A, B e Z. Pianifica per adattarti. Assumi rischi calcolati. The Startup IS you.

 

 

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“Success is about how many shining eyes I have around me”

Un bellissimo TED di Benjamin Zander sul potere della musica classica (che è alla portata di tutti) e su che cosa vuol veramente dire avere successo.

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Sei più bella di quanto pensi…

Un pittore fa due ritratti di una stessa persona: il primo unicamente attraverso la voce del protagonista, il secondo seguendo le indicazioni di chi ha incontrato il soggetto ritratto. Il risultato è scioccante, e fa riflettere. Sei molto più bella di quanto pensi…

 

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“Io voglio schiacciatori che schiacciano bene palloni alzati male”

Julio Velasco è un professionista speciale. Attraverso esempi portati dal mondo della pallavolo mette in evidenza quale è il segreto dell’eccellenza: evitare gli alibi e metterci testa e cuore. Mi piacerebbe conoscerlo…

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Capire le persone e credere in ciò che fai

Simon Sinek spiega attraverso un provocante speech tenuto alla 99% Conference che senza immedesimazione il business non funziona.

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Usa lo scotch

Lo scorso Natale ho fatto il presepe coi bimbi. Nel trambusto cade una statuetta dei Re Magi, che perde la testa. “Cosa facciamo, papà?”, mi chiede Riccardo. “Usa lo scotch”, rispondo io.

ReMagi

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